Wednesday 25 September 2013

La banda larga cresce. Ma il Web divide.

 La banda larga è mobile, ma è anche più uomo che donna. Secondo l’ultimo rapporto della Commissione Onu – Itu (International Telecommunication Union) sullo stato dei collegamenti a banda larga nel mondo e secondo le sue analisi Paese per Paese, è la versione mobile della broadband la tecnologia più promettente e in crescita del momento. In un solo anno infatti sarebbero aumentate del 30 per cento nel globo le connessioni per accedere alla Rete via smartphone, tablet, o per il WiFi accessibile dal proprio computer portatile e a fine 2013 le stime parlano di accessi alla mobile broadband triplicati rispetto a quelli su rete fissa. Ma mentre i dati totali sono lusinghieri, con 70 Paesi in cui oltre il 50 per cento della popolazione è connessa, l’Italia resta sempre nelle retrovie delle classifiche. Per esempio con una penetrazione del solo 22,1 per cento della banda larga (fissa), la metà rispetto alla Svizzera, prima classificata al mondo. Nel contempo, un secondo rapporto Onu indica le differenze di genere nell’accesso alle connessioni: gli uomini che usufruiscono di banda larga sarebbero 200 milioni più delle donne. E i Paesi in via di sviluppo continuano a faticare allargando il gap tra la loro situazione e quella dell’Occidente. 
Il rapporto annuale della Broadband Commission (qui in versione pdf) presentato nei giorni scorsi a New York è la fotografia più veritiera dei collegamenti dati a banda larga nel mondo. Registra l’adozione di piani nazionali dedicati alla diffusione delle connessioni, e analizza in che modo il loro sviluppo possa aiutare il mondo in diversi campi, dall’istruzione ai diritti, passando per la soglia di povertà e l’educazione. L’Italia, pur difendendosi, non compare mai in alto alle classifiche di Paese in Paese: nel 2012 la percentuale di persone che usavano internet era del 58 per cento, che corrisponde al 57esimo posto in classifica. In questa fascia dominano i Paesi scandinavi (Islanda, Norvegia, Svezia e Danimarca sono i primi), mentre passando alla penetrazione della banda larga fissa è la Svizzera lo stato modello: 41,9 su 100 la hanno in casa o al lavoro, contro i 22,1 italiani (l’Italia è 38esima, superata anche dall’Ungheria e dalla Slovenia.
I obiettivi che la Commissione Onu si era data entro il 2015: che ogni nazione sviluppi il suo piano per la broadband, che questa sia accessibile universalmente, che vi abbiano accesso almeno il 40 per cento delle abitazioni, che la penetrazione sia del 60 per cento nei Paesi sviluppati, del 50 in quelli in via di sviluppo e del 15 in quelli meno sviluppati. Come ha dichiarato a New York il commissario Paul Kagame, «oltre al 2015, i prossimi passi dovranno prevedere un uso intelligente della banda larga per migliorare la fornitura dei servizi nell’educazione, salute, settore bancario e così via. La banda larga dovrà anche aiutare i giovani nel mondo in via di sviluppo a innovare e divenire più competitivi a livello globale». 

Corriere della Sera

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