Sunday 1 December 2013

Il lamento sconsolato del notaio: «Il viagra ha rivoluzionato i testamenti»

«Ho visto espressioni indimenticabili alla lettura dei testamenti. Succede, quando il Caro Estinto lascia tutto a un figlio di cui la famiglia ufficiale non conosce l’esistenza. Oppure quando compare il nome della sua giovane badante, fino a quel momento tenuta in tinello a debita distanza. E’ un fatto che da quando esiste il Viagra, l’apertura dei testamenti si è rivoluzionata». Jean-Paul Decorps, presidente dell’Uinl, l’Unione internazionale dei notai, sorride, ma non tira indietro la mano. La pillolina blu ha effetti dirompenti anche fuori dalle lenzuola. Confonde abitudini arcaiche, cambia i ruoli, rischia di mettere in subbuglio l’economia.
E’ una realtà che affiora negli studi notarili come nei romanzi. Nell’ultimo libro di Vargas Llosa, Un héroe discreto (ed. Alfaguara) un ricco assicuratore annuncia di voler sposare la cameriera Armida e spiega all’amico: «Se proprio vuoi saperlo, ce la passiamo splendidamente a letto. Per essere preciso uso il Viagra solo qualche volta, quasi non ne ho bisogno». Lo scopo delle nozze è soprattutto di far dispetto al figlio togliendogli parte dell’eredità. Viagra e testamento. Testamento e Viagra.
   La pastiglia del sesso fa parte di una rivoluzione sanitaria che sta stravolgendo i bilanci degli istituti pensionistici del mondo occidentale.
  Si vive di più, gli anni da trascorrere solo nel ricordo di quello che si è stati sono diventati troppi, la salute permette di godere di un’altra vita dopo la pensione, ma anche dopo la vedovanza o dopo l’ennesimo divorzio.
Poi c’è la crisi della famiglia tradizionale. I figli non sono disponibili o non possono accudire gli anziani. Le case sono troppo piccole per accogliere famiglie attive e vecchi assieme. I figli sono spesso troppo vecchi per curare i genitori. Ecco allora che il patrimonio accumulato nella vita lavorativa assume un altro significato. Non è più l’ultimo dono alla generazione successiva, ma uscendo dalla sfera dell’ordine economico, del mantenimento della stabilità sociale (dell’onore del blasone si sarebbe detto in altri tempi), finisce per entrare nella sfera delle necessità personali. Così il conto corrente, i Bot, le proprietà diventano spendibili invece che trasmissibili.
Le scene come quelle raccontate a La Vanguardia dal dottor Decorps, a capo di un’associazione che raggruppa 200mila professionisti in 83 collegi notarili nel mondo, non sono ormai una rarità. «Le lacrime dell’erede non bagnano il fazzoletto», ricorda con una vecchia massima Decorps, ma oggigiorno rischiamo non solo di non avere lacrime, ma neppure eredi. Nelle nuove norme catalane si è inserito, ad esempio, un inedito «patto generazionale» («lascio i beni a chi mi cura») che per certi versi ricorda i patti matrimoniali di moda tra i miliardari americani. Sono state introdotte anche diverse varianti per dare la possibilità di intaccare il principio della legittima, quella quota per legge destinata ai parenti di primo grado che in Italia, nel caso di moglie e due figli, è pari al 75% del patrimonio.

Corriere della Sera

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