Il forte aumento del fabbisogno finanziario italiano, salito a 51 miliardi a luglio 2013 dai quasi 28 del luglio 2012, «mette in risalto i rischi crescenti per il conseguimento dell’obiettivo di disavanzo delle amministrazioni pubbliche nel 2013 (2,9% del Pil)». È quanto scrive la Banca centrale europea nel suo bollettino mensile, sottolineando che «il peggioramento è dovuto soprattutto all’erogazione di sostegno al settore finanziario e al rimborso di arretrati».
Il rischio insomma, avverte la Bce, è che l’Italia superi di nuovo la soglia psicologica del 3% di deficit.
Ora l’allerta della Bce «per il conseguimento dell’obiettivo di disavanzo delle amministrazioni pubbliche nel 2013». «Al fine di ridurre ulteriormente gli squilibri e di promuovere la competitività, la crescita e la creazione di posti di lavoro — ha scritto la Banca centrale diretta da Mario Draghi — è necessario che i paesi dell’area dell’euro continuino a portare avanti il proprio programma di riforme. I governi non dovrebbero vanificare gli sforzi già compiuti allo scopo di ridurre il disavanzo pubblico e riportare il rapporto debito/pil su un percorso discendente».
Corriere della Sera
Il rischio insomma, avverte la Bce, è che l’Italia superi di nuovo la soglia psicologica del 3% di deficit.
Ora l’allerta della Bce «per il conseguimento dell’obiettivo di disavanzo delle amministrazioni pubbliche nel 2013». «Al fine di ridurre ulteriormente gli squilibri e di promuovere la competitività, la crescita e la creazione di posti di lavoro — ha scritto la Banca centrale diretta da Mario Draghi — è necessario che i paesi dell’area dell’euro continuino a portare avanti il proprio programma di riforme. I governi non dovrebbero vanificare gli sforzi già compiuti allo scopo di ridurre il disavanzo pubblico e riportare il rapporto debito/pil su un percorso discendente».
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