Fracking è il termine inglese usato per definire la tecnica controversa della fratturazione idraulica (hydraulic fracturing) inventata già agli inizi del Novecento per estrarre gas naturale e petrolio dalle rocce di scisto, cioè quelle presenti nel sottosuolo che si sfaldano più facilmente.
Come funziona il fracking
La tecnica della fratturazione idraulica consiste nel perforare il terreno fino a raggiungere le rocce che contengono i giacimenti di gas naturale e successivamente iniettare un getto ad alta pressione di acqua mista a sabbia e altri prodotti chimici per provocare l’emersione in superfice del gas.
Il processo può essere intrapreso sia sfruttando fori già esistenti ed estendere la loro lunghezza, sia creandone di nuovi.
Cosa c’è che non va
L’uso massiccio del fracking negli Stati Uniti ha rivoluzionato il settore energetico, ma ha anche destato preoccupazioni sul fronte ambientale.
Il primo è l’enorme quantità di acqua che deve essere trasportata nei siti di esplorazione e usata per l’estrazione del gas causando sprechi e costi ambientali significativi.
Il secondo è l’utilizzo di sostanze chimiche potenzialmente dannose per la salute umana che potrebbero contaminare le falde acquifere presenti intorno all’area di estrazione. Solo l’80 per cento del liquido iniettato nel foro torna in superficie come acqua di riflusso, il resto rimane nel sottosuolo.
Il terzo è la possibilità che esista una correlazione tra il fracking e il verificarsi di scosse di lieve entità. Un caso che viene spesso citato è quello del 6 novembre 2011 quando un terremoto di magnitudo 5,7 ha colpito lo stato americano dell’Oklahoma dopo che un impianto aveva iniettato acqua ad alta pressione nel sottosuolo.
Le organizzazioni ambientaliste pensano che questa tecnica, che ancora una volta sfrutta i combustibili fossili, sia l’ennesima trovata delle compagnie petrolifere per costringere i governi a ritardare l’adozione di politiche energetiche basate sulle fonti rinnovabili, le uniche considerate sicure, pulite e inesauribili.
Perché i governi ci credono
Stati Uniti e Canada hanno trovato nel fracking una tecnica per aumentare la produzione energetica interna e ridurre la dipendenza da paesi terzi poco stabili. Secondo le previsioni, il gas estratto in questo modo potrebbe aumentare l’autosufficienza energetica dell’America del Nord e tagliare la domanda di altre fonti più sporche come il carbone per circa cento anni.
Il fracking in Italia, in Europa
Il gas di scisto è presente in molti stati occidentali oltre a Stati Uniti e Canada. In Europa, si trova soprattutto nei paesi orientali, dai Balcani alla Polonia, per non parlare della Germania. Alcuni giacimenti sono presenti anche in Spagna e in Italia, in particolare in Emilia Romagna. Pozzi già attivi si trovano in Ucraina e da poco anche nel Regno Unito.
Nel nostro paese, la commissione Ambiente della Camera dei deputati ha approvato una risoluzione che esclude ogni attività legata al fracking. La decisione, assunta in base al principio di precauzione, è simile a quella presa da altri paesi europei in attesa di conoscere meglio le conseguenze ambientali di questa forma di estrazione del gas.
Fonte: Lifegate.it