In cinque anni è cresciuta un’economia completamente nuova, con un fatturato globale di quasi 15 miliardi di dollari, la creazione di circa 300 mila posti di lavoro negli Stati Uniti e altre decine di migliaia nel mondo, e con l'opportunità di fare fortuna e diventare milionario aperta a qualsiasi creativo con una buona idea, in ogni parte del pianeta. È l'economia delle «applicazioni» o «app», inventata da Apple con il lancio del suo negozio virtuale App store il 10 luglio 2008.
L'anniversario del suo primo lustro è stato celebrato la settimana scorsa con ancor più enfasi di quello del debutto del primo iPhone perché ha avuto un impatto profondo su tutta l'industria high-tech. Ha, infatti, cambiato il modo in cui viene concepito, distribuito e pagato il software, contribuendo al declino dei tradizionali pc; e ha reso più democratico il mercato degli sviluppatori di software, permettendo ai piccoli indipendenti programmatori di farsi conoscere al largo pubblico allo stesso modo delle grandi aziende. Le app sono dei veri e propri programmi di software che, scaricati su uno smartphone, lo trasformano in un apparecchio potente come un computer e capace di svolgere le più diverse funzioni, dal leggere un libro a trovare la strada per raggiungere in auto una destinazione, dal condividere testi e foto con gli amici a passare il tempo giocando .
Oggi sull’App store si trovano circa 900 mila app, sia gratis sia a pagamento, create da un esercito di sviluppatori. Nei soli Stati Uniti sono registrati 275 mila professionisti di questo settore specializzati sul sistema operativo iOS, quello dell'iPhone e dell'iPad (dati Apple). A tutti gli sviluppatori in questi cinque anni Apple ha pagato il 70% del fatturato generato dalle loro app (Apple trattiene il 30%) ovvero 10 miliardi di dollari; e secondo i calcoli di Chuck Jones, analista di Forbes, gli sviluppatori incassano in media 10,5milioni di dollari al giorno da Apple.
Grazie all'App store sono diventati milionari i due poco più che ventenni Kevin Systrom e Mike Krieger, che freschi della laurea a Stanford hanno creato nel 2010 Instagram, la app per scattare e condividere foto, e l'hanno venduta a Facebook per 1 miliardo di dollari nel 2012. E, fra i tanti altri - anche italiani -, hanno fatto fortuna gli inglesi di Shazam e i finlandesi di Rovio. La prima è una app inventata da un gruppo di studenti inglesi a Berkeley, poi domiciliati a Londra: è così popolare che in inglese il suo nome è diventato un verbo, «to Shazam» significa tenere il mano il telefonino e usare il suo microfono per ascoltare una canzone e riconoscerla confrontandola con la banca dati online della app; ha realizzato un fatturato di 32,5 milioni di dollari nel 2012 e si sta preparando a quotarsi a Wall Street. Rovio è la società che ha sviluppato il videogioco Angry birds, l'applicazione a pagamento più scaricata nella storia dell'App store: è il frutto della creatività di tre studenti, dell'università della Tecnologia di Helsinki, e oggi genera un fatturato di 195 milioni di dollari, non tutti virtuali, anzi quasi metà vengono dalla fabbricazione e vendita dei giocattoli ispirati agli Angry birds e altre fonti di reddito sono legate alla costruzione di parchi di divertimento sullo stesso tema.
Source: Corriere della Sera
L'anniversario del suo primo lustro è stato celebrato la settimana scorsa con ancor più enfasi di quello del debutto del primo iPhone perché ha avuto un impatto profondo su tutta l'industria high-tech. Ha, infatti, cambiato il modo in cui viene concepito, distribuito e pagato il software, contribuendo al declino dei tradizionali pc; e ha reso più democratico il mercato degli sviluppatori di software, permettendo ai piccoli indipendenti programmatori di farsi conoscere al largo pubblico allo stesso modo delle grandi aziende. Le app sono dei veri e propri programmi di software che, scaricati su uno smartphone, lo trasformano in un apparecchio potente come un computer e capace di svolgere le più diverse funzioni, dal leggere un libro a trovare la strada per raggiungere in auto una destinazione, dal condividere testi e foto con gli amici a passare il tempo giocando .
Oggi sull’App store si trovano circa 900 mila app, sia gratis sia a pagamento, create da un esercito di sviluppatori. Nei soli Stati Uniti sono registrati 275 mila professionisti di questo settore specializzati sul sistema operativo iOS, quello dell'iPhone e dell'iPad (dati Apple). A tutti gli sviluppatori in questi cinque anni Apple ha pagato il 70% del fatturato generato dalle loro app (Apple trattiene il 30%) ovvero 10 miliardi di dollari; e secondo i calcoli di Chuck Jones, analista di Forbes, gli sviluppatori incassano in media 10,5milioni di dollari al giorno da Apple.
Grazie all'App store sono diventati milionari i due poco più che ventenni Kevin Systrom e Mike Krieger, che freschi della laurea a Stanford hanno creato nel 2010 Instagram, la app per scattare e condividere foto, e l'hanno venduta a Facebook per 1 miliardo di dollari nel 2012. E, fra i tanti altri - anche italiani -, hanno fatto fortuna gli inglesi di Shazam e i finlandesi di Rovio. La prima è una app inventata da un gruppo di studenti inglesi a Berkeley, poi domiciliati a Londra: è così popolare che in inglese il suo nome è diventato un verbo, «to Shazam» significa tenere il mano il telefonino e usare il suo microfono per ascoltare una canzone e riconoscerla confrontandola con la banca dati online della app; ha realizzato un fatturato di 32,5 milioni di dollari nel 2012 e si sta preparando a quotarsi a Wall Street. Rovio è la società che ha sviluppato il videogioco Angry birds, l'applicazione a pagamento più scaricata nella storia dell'App store: è il frutto della creatività di tre studenti, dell'università della Tecnologia di Helsinki, e oggi genera un fatturato di 195 milioni di dollari, non tutti virtuali, anzi quasi metà vengono dalla fabbricazione e vendita dei giocattoli ispirati agli Angry birds e altre fonti di reddito sono legate alla costruzione di parchi di divertimento sullo stesso tema.
Source: Corriere della Sera