Uno studio rilanciato dal New York Times afferma che “il latte biologico diminuisce senza dubbio il fattore di rischio per le malattie cardiovascolari”. Scopriamo perché.
Un recente studio di confronto tra la qualità dei grassi presenti nel latte intero biologico e quella del convenzionale ha concluso che, bevendo latte bio, i consumatori potrebbero contribuire a ridurre o eliminare i “fattori di rischio probabili per una vasta gamma di problemi di salute di sviluppo e croniche.”
I ricercatori del Washington State University’s Center for Sustaining Agriculture and Natural Resources hanno analizzato 384 campioni di latte intero bio e convenzionale prodotto nella stessa zona per ben diciotto mesi. Ne è risultato che il primo contiene il 62 per cento in più di acidi grassi omega 3 amici del cuore (quelli famosi nel pesce) e il 25 per cento in meno di omega 6. La quantità delle due tipologie di grassi e il rapporto tra loro è vantaggioso per la salute: si attesta infatti su 2,28, valore molto vicino a quello considerato ideale dai nutrizionisti (2,3), mentre quello del latte convenzionale è di 5,77. Insomma, chi ama bere lette, lo scelga bio.
Lo studio, in gran parte finanziato dalla più grande associazione di produttori del biologico americana, è stato pubblicato sulla rivista PLoS One ed è stato divulgato come prova che gli standard di allevamento bio, con le mucche che pascolano all’aperto finché la stagione lo consente, tenute in condizioni poco affollate, alimentate con foraggi privi di pesticidi, cresciuti senza farmaci e con sistemi di gestione del letame che evitano la contaminazione del suolo, dell’acqua e delle colture, “premiano” i consumatori con un profilo di grassi più sano per il cuore.
Source: LifeGate