Sunday, 12 January 2014

Il lavoro per i giovani c’è: basta andare in campagna


Lavori stagionali e a tempo determinato, ecco a chi rivolgersi

Agricoltura-cocomeri

In certi settori il lavoro non manca. Anzi, si fatica a trovare mano d’opera. In agricoltura per esempio, qualche spazio c’è. Basta armarsi di buona volontà e abbandonare i pregiudizi. Per quest’estate, quindi con un impiego a tempo determinato, per esempio, molte aziende agricole cercano manodopera per raccogliere la frutta. Per chi cerca invece un lavoro stabile e vuole provare ad abbandonare le città per lavorare nelle stalle, c’è il settore dell’allevamento.

Attenzione, dettaglio non da poco: lo stipendio, visti i tempi che corrono, è buono. Corrisponde a quello di un operaio specializzato, all’inizio intorno ai 1.200 euro al mese, ma dopo poco tempo, acquisita la necessaria esperienza, si va tranquillamente dai 1.500 ai 1.700 euro. E se si è disponibili a fare gli straordinari, poi, si oltrepassano tranquillamente i duemila euro mensili.

Dati e numeri sull’agricoltura - Il vero ammortizzatore sociale d’Italia oggi sembra essere proprio l’agricoltura. Quello agricolo oggi è infatti l’unico settore del nostro Paese che cresce e crea nuovi posti di lavoro. Il valore aggiunto (l’aumento di valore che si verifica grazie all’intervento nei fattori produttivi) nell’ultimo anno è salito dell’1,1 per cento, mentre il numero dei posti di lavoro nel secondo trimestre del 2012 è aumentato addirittura del 6,2 per cento. Un comparto spesso poco considerato e maltrattato, che però sarebbe in grado di assorbire in poco tempo più di 200 mila disoccupati.

Le imprese agricole in Italia sono 1,6 milioni e impiegano oltre un milione di lavoratori dipendenti. Se si considera anche l’indotto, il numero degli operatori del settore agroalimentare italiano aumenta fino a rappresentare il 12 per cento della forza lavoro del nostro Paese.

I giovani laureati tornano a lavorare la terra – Sembra che i giovani italiani stiano comprendendo questo trend e, infatti, nelle campagne italiane si sta registrando una tendenza nuova: sono sempre di più gli studenti che, una volta completato il proprio percorso di studi, decidono di tornare alla terra. A dirlo è la Confederazione italiana degli agricoltori, seconda la quale non si tratterebbe solo dei figli che rilevano o continuano l’attività dei genitori, ma spesso sono neolaureati o neodiplomati preparati e determinati che, a causa di una crisi che chiude le porte dei loro settori, scelgono di scommettere sulla vita dei campi e di reinventarsi produttori.

Meglio in campagna che in banca – Confermano questa tendenza anche i recenti dati emersi da un’analisi di Coldiretti secondo cui la maggioranza dei giovani italiani, a differenza delle generazioni che li hanno preceduti, non sognano più un lavoro nell’ufficio di una banca, magari in una grande metropoli, ma vorrebbe invece gestire un agriturismo in piena campagna, grazie anche una nuova cultura del cibo, dell’ambiente e in generale della qualità della vita.

Si tratta di una vera rivoluzione culturale che non riguarda in realtà solo i giovani, poiché in generale tra tutti gli italiani ben il 28% – riferisce la Coldiretti – scambierebbe il proprio lavoro con quello dell’agricoltore. Rovesciata ormai la scala dei valori rispetto al passato, quando il denaro sembrava guidare le scelte della stragrande maggioranza, emergono invece sensibilità nuove che trovano risposte anche nell’agricoltura. Un’inversione di tendenza che si riscontra anche a livello scolastico con gli Istituti agrari che – sottolinea la Coldiretti – hanno aumentato dell’11% il proprio peso percentuale sul totale di iscritti, mentre sono scesi quelli dei licei, secondo i dati 2012 del Miur.

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